dimecres, 24 de juny del 2009

EL TASTET 43 / CESARE PAVESE. UNA STAGIONE


Ja fa temps vaig penjar el poema Lavorare stanca, de Cesare Pavese, i, pels comentaris, crec que va agradar molt. Intente no repetir els autors dels tastets, però la veritat és que amb Pavese em ve de gust reincidir. Ja us en vaig parlar, de com m'agrada. És per això que us pose Una stagione. El video és també d'Andrea Galli. El que canvia és l'autor de la música. No és de Morricone (un altre admirat) sinó d'Edward Elgar. El resultat és notable, però... Què voleu que us diga? Preferisc Lavorare stanca.




Questa donna una volta era fatta di carne
fresca e solida: quando portava un bambino,
si teneva nascosta e intristiva da sola.
Non amava mostrarsi sformata per strada.
Le altre volte (era giovane e senza volerlo
fece molti bambini) passava per strada
con un passo sicuro e sapeva godersi gli istanti.
I vestiti diventano vento le sere di marzo
e si stringono e tremano intorno alle donne che passano.
Il suo corpo di donna muoveva sicuro nel vento
che svaniva lasciandolo saldo. Non ebbe altro bene
che quel corpo, che adesso è consunto dai troppi figliuoli.

Nelle sere di vento si spande un sentore di linfe,
il sentore che aveva da giovane il corpo
tra le vesti superflue. Un sapore di terra bagnata,
che ogni marzo ritorna. Anche dove in città non c’è viali
e non giunge col sole il respiro del vento,
il suo corpo viveva, esalando di succhi
in fermento, tra i muri di pietra. Col tempo, anche lei,
che ha nutrito altri corpi, si è rotta e piegata.
Non è bello guardarla, ha perduto ogni forza;
ma, dei molti, una figlia ritorna a passare
per le strade, la sera, e ostentare nel vento
sotto gli alberi, solido e fresco, il suo corpo che vive.

E c’è un figlio che gira e sa stare da solo
e si sa divertire da solo. Ma guarda nei vetri,
compiaciuto del modo che tiene a braccetto
la compagna. Gli piace, d’un gioco di muscoli,
accostarsela mentre rilutta e baciarla sul colle.
Sopratutto gli piace, poi che ha generato
su quel corpo, lasciarlo intristire e tornare a se stesso.
Un amplesso lo fa solamente sorridere e un figlio
lo farebbe indignare. Lo sa la ragazza, che attende,
e prepara se stessa a nascondere il ventre sformato
e si gode con lui, compiacente, e gli ammira la forza
di quel corpo che serve per compiere tante altre cose.

2 comentaris:

Francesc Vera ha dit...

Tractant-se de Pavese, quedes perdonat. Tanmateix si el vols repetir un altre dia.
"(...) Un sapore di terra bagnata / che ogni marzo ritorna (...)" em trasllada, mínimament nostàlgic, a la meua jovenesa, que vols que hi faça!

Sergi ha dit...

Hola gestor de Més content que un gínjol, soc Sergi Pitarch periodista i autor del bloc www.canviemlarealitat.com. En estos moments estic fent un treball d'investigació per a l'Acadèmia Valenciana de la Llengua sobre la importància del la blocosfera en la difusió del valencià a internet. Estic fent un inventariatge de tots els blocs fets al País Valencià o per valencians i valencianes. En un futur passaré una enquesta a tots els blocaires per conèixer les seues motivacions. Si t'interessa col•laborar només hauries de contestar a l'enquesta que us passaré a tots en un futur. Però em faria falta un correu de contacte. Si vols més informació el meu correu spitarchtreballavl@gmail.com